Ortografia della neve

la Dimora del Tempo sospeso

Francesco Balsamo

Francesco Balsamo

Sembra che non ne abbia abbastanza d’inchiostro. Ha una scrittura leggera, la neve e, lenta, ma fitta, depone i suoi segni, in un’ampiezza che va oltre la cova del tempo, come da un pennino fatto a foglia. Scrive, la neve, con una china diluita nel solvente delle nuvole, ed è come memoria, che s’inbrina in ogni minuscola farfalla di gelo. Qualcosa s’imbriglia e vediamo, finalmente. Nelle maglie della rete c’è qualcosa che, dentro, era corsa come acqua e aveva sedimentato, scritture che non leggevamo più. Servono lampade, dietro la lavagna del ricordo, dentro cui si è deposto il bianco del gesso, la riga elementale della sostanza, che ci tiene in piedi, parola, nella guancia della vita, che ci nevica addosso, un abito da leggere. Ma non si lascia trattenere, la neve, sotto il violento bagliore della lampada. Si sfalda, segno per segno, nella gola, dopo che nel…

View original post 543 more words

Mak Dizdar e i dormienti di pietra

Carteggi Letterari - critica e dintorni

Ad agosto Carteggi Letterari si prende una pausa e sospende la programmazione ordinaria. Riproporremo post apparsi nel primo anno di attività. Cinzia Accetta ripensa e traduce Mak Dizdar (pubblicato il 3 ottobre 2014).


Mak nasce nel 1917 a Stolac, cittadina di mulini ad acqua della Bosnia Erzegovina a una ventina di chilometri da Mostar. Frequenta il Liceo a Sarajevo e durante la Seconda guerra mondiale si arruola nelle file dell’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia – capeggiata da Josip Tito – per combattere la Croazia filo-fascista e filo-nazista.

Finita la guerra sposa l’ideologia comunista e guida la temperie culturale serbo-bosniaca dalleFeatured image pagine del quotidiano Oslobođenje (Liberazione) di cui è caporedattore.

Dizdar è un comunista ortodosso, tutta la sua poetica è concentrata sulla lotta di classe e sulla difesa degli ideali di giustizia e libertà. Non è estraneo a motivi di carità cristiana e slanci religiosi animati da un certo misticismo pur disdegnando la chiesa…

View original post 779 more words

Turbativa d’incanto

l’altro in/di noi stessi, con tutto il carico della sua ingombrante e imbarazzante presenza.

Carteggi Letterari - critica e dintorni

Ad agosto Carteggi Letterari si prende una pausa e sospende la programmazione ordinaria. Riproporremo post apparsi nel primo anno di attività. Qui un intervento di Natalia Castaldi sull’ultimo libro di Jolanda Insana (pubblicato il 5 aprile 2014).


assurdo darsi la mano

a ogni piè sospinto

per non dire di quanti sono pronti

alle pacche sulle spalle

e ti serrano nelle spine dell’abbraccio

***…….……………..

Con Turbativa d’incanto Jolanda Insana approda alla forma dialogica o, per meglio dire, formalmente dialogica, essendo in effetti questo complesso libro un testo sull’incomunicabilità con l’altro e con “la bestia clandestina” appellata all’interno del testo anche come “idiota sottostante”, che per l’Insana sarebbe di fatto  l’altro da noi in senso delocativo, ma peggio l’altro in/di noi stessi, con tutto il carico della  sua ingombrante e imbarazzante presenza.  Nel Complesso, dunque, possiamo definire Turbativa d’incanto come una raccolta il cui filo conduttore si dipana intorno alla cruda scarnificazione del dolore…

View original post 630 more words